La Regione li vuole ridurre. Così torniamo indietro di 20 anni
Dietro alla proposta di legge sulla riforma dei parchi c’è una politica miope che considera il parco principalmente come un vincolo, in una visione ideologica che trascura la necessaria tutela della biodiversità come fonte di progresso ambientale, culturale ed economico.
Non si spiega l’accanimento ingiustificato della Giunta contro realtà che negli hanno dimostrato il loro potere di sviluppo socio economico e di salvaguardia territoriale, condizione fondamentale dal momento in cui è venuto a mancare il controllo delle Comunità Montale.
I punti critici del disegno di legge sono almeno tre:
- la cancellazione di oltre mille ettari di aree protette contro il parere dei territori che si sono espressi nei Piani dei Parchi, pronti dal 2015; tale cancellazione avviene tramite una ridefinizione al ribasso dei confini imposta dalla politica, tramite uno strumento legislativo che ha per effetto la deresponsabilizzazione dei cittadini che risiedono sul territorio, devitalizzandone l’energia l’aggregativa;
- l’esclusione del Comune di Urbe dal Parco del Beigua per una superficie pari al 3 per cento del suo territorio (circa 180 ettari di faggeta e radure) richiesta tramite delibera comunale;
- la soppressione del Parco del Finalese, la cui istituzione è attesa dal 1995, soppressione che ha provocato il grido d’allarme delle associazioni ambientaliste come WWF e ENPA.
Così si torna indietro di 20 anni. Sempre più urgente, a livello globale, è al contrario la necessità di tutelare l’ambiente e la biodiversità. Questo è il nostro compito, una responsabilità che avvertiamo anche rispetto alle generazioni future.
Per questo chiediamo alla Giunta di fermare la corsa del DDL 210, di non limitare i confini di parche e aree protette asciugando le aree contigue che svolgono un importante ruolo di cuscinetto fra ciò che è parco e ciò che non lo è. Chiediamo invece di riformare la legge 12/95 sui parchi nella direzione di uno sviluppo dei rapporti tra il parco con i Comuni presenti sul territorio e con la Regione. Parco non vuol dire vincolo, ma sviluppo.