Il fenomeno del “revenge porn”, ossia la diffusione di immagini e di video sessualmente espliciti senza consenso, sta negli ultimi tempi assumendo proporzioni e gravità che non possono più essere trascurati.
Per contrastare questi comportamenti assolutamente spregevoli il Parlamento lo scorso anno con la legge 69/’19 in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere ha classificato le condotte riconducibili al revenge porn come reati, introducendo con il nuovo articolo 612 ter pene severissime che contemplano la reclusione da uno e sei anni e multe da 5.000,00 euro a 15.000,00 euro; ciononostante accanto alla doverosa sanzione di comportamenti incivili, occorre intervenire in aiuto e a sostegno delle vittime che spesso non riescono a riprendere la propria quotidianità e ritrovare il proprio equilibrio.
Le ragazze, quasi sempre adolescenti, che scoprono le loro immagini su chat, più o meno controllabili, con migliaia di utenti, subiscono una violenza psicologica che richiede spesso un percorso di assistenza per ritrovare autostima e normalità.
Il fenomeno è in parte anche il risultato di situazioni in cui i più giovani non dispongono delle informazioni necessarie per capire le conseguenze dei loro gesti, per cui diventa importante attivare percorsi di conoscenza, approfondimento e ascolto a partire dalle scuole, con la partecipazione di esperti e il coinvolgimento delle famiglie.
Le chat sono composte spesso da ex, che per vendetta, inviano immagini o video sessualmente espliciti, ma anche da amici, da conoscenti e in qualche caso persino da genitori.
Infatti, dalle indagini degli inquirenti, sta emergendo una realtà ancora più inquietante per cui le immagini non sono postate solo per vendetta ma anche per motivi economici, con la scoperta di un vero e proprio mercato di immagini e video sessualmente espliciti chiaramente inviati senza consenso.
Le vittime, in molti casi, si sentono abbandonate e sole tanto da arrivare a compire i gesti estremi di cui si sono occupate anche recentemente le nostre cronache.
Per quanto sopra, si ritiene che anche la Regione Liguria, attraverso la presente legge, possa contribuire a contrastare insieme alle altre istituzioni e ai soggetti già impegnati a favore delle vittime, il fenomeno del revenge porn, realizzando di campagne di informazione e sensibilizzazione e attuando misure per sostenere le vittime nel percorso di reinserimento lavorativo e sociale e per affermare i rispettivi diritti in sede legale