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Un piano straordinario per la Liguria

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Il mese di novembre 2019 è stato sicuramente un mese di grande intensità dal punto di vista delle perturbazioni che hanno colpito la nostra Regione. Ondate di maltempo che si sono sovrapposte l’un l’altra, cumulando danni su danni, rendendo più fragili i nostri versanti, più complicata la vita di migliaia di ligure, dall’entroterra alla costa. Sono state colpite infrastrutture, come l’A6, e molta della viabilità locale. I danni sono ingenti e si sommano a quelli degli ultimi mesi. L’ultima richiesta danni è di 350 milioni, solo per ripristinare la situazione esistente.

Come se il ripristino della situazione esistente fosse la soluzione rispetto a fenomeni di questo tipo. Viviamo in una Regione che – a causa della crisi climatica – vedrà ripetersi nel futuro con sempre maggiore frequenza fenomeni di questa intensità. Eventi di questo tipo non sono più eccezionali, ma rischiano di diventare una regola. E’ sbagliato dire – come ha fatto il Presidente Toti – che non pioveva così tanto dal 1953, lasciando intendere che forse per i prossimi anni tutto questo non si ripeterà. Siamo in una nuova stagione, in tutti i sensi.

E a fronte di un cambiamento così radicale, in una regione che ha deliberato peraltro lo stato di emergenza climatica, la politica deve riorganizzare le proprie priorità, per rendere la Liguria una regione sostenibile. Non solo a parole.

Nei prossimi giorni proveremo a definire proposte più nette e precise già nella sessione di bilancio ma gli obiettivo, a mio avviso sono questi:

  • Un piano straordinario per la tenuta idrogeologica della nostra regione, non può che partire dallo stato del nostro entroterra e delle aree interne della nostra Regione, quelle più spopolate. Significa programmare opere di prevenzione, orientare le risorse sui piccoli comuni in rapporto anche alle grandi dimensioni del territorio che spesso ricoprono.
  • Una struttura di regia regionale – come lo era la struttura di missione Italia Sicura a livello nazionale – che coordini e verifichi lo stato di attuazione degli interventi in maniera concreta, studiando anche le procedure di semplificazione normativa e di coordinamento rispetto alle attività degli altri enti.
  • Un fondo di progettazione rotativo per i Comuni, a partire dai più piccoli, che consentano loro di aggiornare gli interventi e renderli più in grado di ragionare sulla prevenzione, rispetto all’emergenza.

Se l’obiettivo è la redazione un nuovo piano di “tenuta” e sostenibilità ambientale, le politiche di bilancio e le scelte politiche della regione devono essere orientate lì con forza e determinazione. Fondi europei, fondi nazionali, progetti coordinati in un unico obiettivo. Ognuno faccia la propria parte, a partire dalla Regione.

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