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Liste d’attesa e COVID: Toti non ha speso 35 milioni di euro stanziati per rafforzare la sanità ligure.

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A luglio 2020, in uno dei numerosissimi Decreti Ristori, erano state stanziate circa 1 miliardo di euro di risorse per investire sul Sistema Sanitario nazionale, che avevano due obiettivi: 1) recuperare gran parte delle prestazioni delle liste di attesa che durante la prima ondata della pandemia non era stato possibile utilizzare; 2) mettere in campo risorse economiche che avevano questo obiettivo: o incentivare con premialità l’erogazione di prestazioni da parte del personale assunto o procedere all’assunzione di nuovo personale, anche a tempo determinato, per far sì che il Sistema Sanitario girasse dopo mesi in cui era stato fermo a causa del Covid. 

Di queste risorse, noi abbiamo avuto certificazione da parte della Ragioneria generale dello Stato che Regione Liguria non ne aveva utilizzate quasi il 60 per cento o, meglio, nella ricognizione delle risorse non spese che sono state rimesse in circolo adesso dal Governo con il Decreto Sostegni bis si è visto che Regione Liguria aveva queste due possibilità: avevamo un tetto di assunzioni e di spese per il personale di 75 milioni per la Liguria, di cui ne abbiamo spesi 40. Quindi 35 milioni che si potevano utilizzare non sono stati utilizzati. La domanda è: perché? 

Dentro questi soldi c’erano delle risorse specificatamente dedicate all’abbattimento delle liste d’attesa. E alla Regione Liguria nel 2020 ne toccavano 12. Ne sono stati utilizzati 4,5 milioni. Più del 60 per cento non è stato utilizzato. 

Perché non le avete utilizzate nel 2020? Mi diranno che le Regioni non le hanno utilizzate. Due Regioni, l’Emilia Romagna e la Toscana, le hanno prese tutte. Quindi non era un problema tecnico, era un problema politico. 

Adesso il Sostegni bis dice che si possono rimettere in campo queste risorse e devono essere utilizzate nei prossimi sei mesi. E la domanda è come e in che modo si cerca di organizzare questo piano di recupero delle liste d’attesa per recuperare queste risorse e rimetterle in circolo.

Se tutte le Regioni non fossero state in grado di spendere le risorse, alzerei le mani e direi: “Va bene, okay, sono le norme che sono scritte male”. Dato che in Italia vige un meccanismo per cui le Regioni adottano dei sistemi, ma il quadro normativo è nazionale, mi dovete spiegare perché due Regioni le hanno spese tutte e altre Regioni ne hanno spese poche, altre ne hanno spese molto poche e altre ne hanno spese la metà. E quello sta in come ti organizzi. 

Perché, quando si sostiene che il problema per cui non si fanno prestazioni ed esami è che purtroppo le attività elettive non si potevano fare in pandemia, è legato al fatto che dovevi organizzare i sistemi sanitari in modo tale da tenere degli ospedali “Covid free”, cosa di cui abbiamo parlato per mesi. E invece tutti gli ospedali erano, per scelte politiche di assunzione di personale, di organizzazione sanitaria, di gestione della rete ospedaliera durante la pandemia, coinvolti dentro la pandemia. Quindi non c’erano ospedali “Covid free” se non per le emergenze. Questo è un tema politico della Regione Liguria. E quindi questi 35 milioni non spesi sono una parte del conto della mancata gestione della pandemia. 

Stamattina il Presidente della Giunta regionale ha detto: “Abbiamo fatto bene la campagna di vaccinazione e non ce lo riconoscete”. Quando le cose funzionano, lo riconosciamo. Ovviamente posso dire che funziona adesso; quando è partita, non funzionava. È migliorata; bene. La gestione della seconda fase della pandemia e degli esami, delle prestazioni sanitarie è stata pessima. Si può dire? E si può dire che noi avevamo un problema di accesso alle cure, che abbiamo ancora adesso? E il fatto che ci siano ancora due terzi di quelle risorse che potevano essere spese non utilizzate non è perché i soldi non si potevano spendere; era perché non si potevano fare gli esami e perché non si era organizzata la rete della sanità regionale in modo tale da garantire l’accesso alle cure anche durante la pandemia. E quindi bene che il Governo li abbia rimessi in campo nel 2021, visto che nel 2020 non siete stati in grado di spenderli. Ovviamente, dato che il decreto dice che bisogna fare il piano entro il 15 giugno, spero che non si perda altro tempo e che il piano venga presentato entro il 15 giugno. 

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Luca Garibaldi

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