Il bando per l’ospedale agli Erzelli andato nuovamente deserto – nonostante la proroga – è l’ennesima brutta figura collezionata da questa Giunta regionale, che dopo la mancata realizzazione del Felettino della Spezia, il nuovo Galliera fermo al palo, l’ospedale di Sestri Levante semivuoto (è operativo un piano su tre), la mancata integrazione Sanremo-Imperia e l’aggiudicazione impugnata dal Tar per la cessione a privati dei nosocomi di Albenga e Cairo oggi conosce una nuova battuta d’arresto. Siamo di fronte alle privatizzazioni più sgangherate della storia. Meglio così, verrebbe da dire, viste tutte le criticità presenti in quel bando. Ma è chiaro che la notizia della gara andata deserta è molto preoccupante, visto che il ponente genovese ha un estremo bisogno di un nuovo ospedale.
Certo, la realizzazione del presidio sanitario degli Erzelli sarebbe avvenuta in un contesto a dir poco confuso e assai preoccupante. Per esempio non è mai stato chiaro il rapporto fra questo ospedale e il San Martino, con il rischio (letale per lo storico Policlinico genovese) di una sovrapposizione di due temi cardine come il polo di eccellenza, quello oncologico e quello cardiologico.
Come al solito, poi, ci troviamo di fronte a un quadro programmatorio inesistente: buio pesto sul destino dei lavoratori e del loro inquadramento, totale incertezza sui riflessi di questo nuovo ospedale sul resto della rete ospedaliera e territoriale a partire dal futuro del Villa Scassi.
Il bando andato deserto per gli Erzelli è un’altra promessa di Toti che viene meno: non solo non ci sarà alcuna prima pietra per l’ospedale a Ponente prima della fine della legislatura (anche se Toti l’aveva prevista entro il 2019), ma quest’anno non conosceremo neppure l’esito di una nuova eventuale procedura. Niente di niente. Quello degli annunci senza esito purtroppo è un film già visto. Non avremo il pareggio di bilancio, le fughe non sono state ridotte, la mobilità passiva non solo non è stata diminuita ma è persino raddoppiata, il personale non è aumentato, ma è diminuito e le case della salute rimangono quelle fatte o programmate dal centrosinistra. La sanità è la cifra del fallimento del centrodestra.
Oltreché alla Giunta, però, la responsabilità in questa situazione va attribuita ad Alisa e al suo commissario pluriprorogato, Walter Locatelli.