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Vaccini: non lasciare indietro nessuno

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Intervento in discussione sull’andamento della campagna di vaccinazione

Signor Presidente, signori Consiglieri, grazie per avere reso possibile un momento di confronto su una campagna di vaccinazione, anche se in maniera sfalsata rispetto alle comunicazioni del Presidente. Quindi non citerò dati assoluti perché dalla settimana scorsa a oggi, ovviamente, sono cambiati, ma cercherò di stare su quelli che sono i contenuti e un carattere che non sia mirato a segnalare nel passato le criticità che sono note o i disagi che anch’essi sono noti e sono anche causa di alcuni articoli sui giornali – ultima la vicenda della torre MSC della scorsa settimana -, ma penso sia doveroso cercare di tenere il punto rispetto ad alcune questioni, alcune priorità che riguardano la campagna di vaccinazione nel momento in cui la campagna sta avendo una accelerazione a livello nazionale e coinvolge sempre più importanti fasce d’età.  

Le campagne di vaccinazione hanno due obiettivi: il primo è tutelare il Sistema sanitario dagli accessi di persone fragili che possono avere complicazioni, quindi proteggere i più fragili; il secondo, vaccinare più persone possibili per ridurre la circolazione del virus. Adesso noi ci troviamo in un punto di svolta, in cui gran parte delle fasce d’età si stanno attivando, ma rimane l’attenzione necessaria sul monitoraggio su quella che è la prima parte che ci interessa, cioè il tema della vaccinazione dei soggetti che, per varia natura – situazione personale, situazione sanitaria, fragilità, contesti a rischio  – sono quelli che ancora devono essere vaccinati con priorità.  

Proverò a lanciare alcune richieste e tracce di lavoro al Presidente della Giunta regionale e al Consiglio, perché ognuno di noi riceve segnalazioni, proposte ed indicazioni e in questa fase mi pare che ci sia una anche una certa volontà da parte della Regione di sperimentare modelli che siano efficaci.  

Il primo punto è questo. La scorsa settimana, il Presidente della Giunta ha citato alcuni dati che avevano questa impostazione, cioè “di quelli che hanno risposto noi abbiamo vaccinato x”. Per raccogliere i dati, visto che, diciamo, è un po’ più difficile farlo sul sito di Regione Liguria, noi ci basiamo sul “report” settimanale del Governo, che ogni sabato pubblica il resoconto dei dati trasmessi. Mi pare che scorrendo le cifre a sabato ci siano alcuni elementi da sottolineare: la copertura attuale degli “over” 80 è dell’80 per cento del totale e quindi oggi, primo giugno, noi dovevamo avere coperto con prima dose tutti gli “over” 80 che ne avevano fatto richiesta, questo era l’impegno della Giunta regionale. L’obiettivo dell’80 per cento è stato raggiunto, ma rimane la necessità di una copertura più alta su quelle categorie. 

Andando a scendere ai 70 e ai 60 questa campagna, ovviamente, ha uno sviluppo che sta nella media nazionale, ma i dati che si possono ricavare delineano un elemento di criticità della fascia 60–80 rispetto alle adesioni; cioè di quelli che rispondono molti vengono vaccinati, ma rimane un terzo di persone – ai dati della settimana scorsa, un poco di meno, se non un terzo, un quarto – che non aderisce alla campagna di vaccinazione. Questo probabilmente per il fatto che il vaccino consigliato è un vaccino che non ha la stessa buona pubblicità di Pfizer, ma questo rimane un elemento essenziale perché nei dati della mortalità adesso le casistiche sono di persone che potevano essere già ricondotte al ciclo di vaccinazione. Quindi, la prima priorità è capire come Regione Liguria intende, nel momento in cui si aderisce alle fasce più giovani della popolazione, mantenere una serie di azioni straordinarie sulla priorità di recupero della fascia 80-60, che è quella sta avendo meno risposta rispetto ad altre.  

Questo come può essere fatto? Avanziamo alcune proposte di lavoro. La prima è quella di ripristinare una serie di iniziative, di attivazione, l’utilizzo ancora di più dei medici di medicina generale in una logica dei “recall”, avevamo approvato anche un ordine del giorno su questo che forse è il momento di attuare; l’individuazione di centri vaccinali mobili, soprattutto per quanto riguarda anche il tema della risposta nell’entroterra. Ho visto che ieri a è stato citato l’esperienza di alcuni medici che operano nelle valli dell’entroterra, ma sarebbe utile utilizzarlo a livello regionale. Costruire in maniera più strutturata una campagna di coinvolgimento di tutti gli operatori del Terzo settore e dei servizi sociali, che facciano anche campagna di comunicazione e di informazione su quella fascia; perché penso che superato il momento di apertura delle liste di vaccinazioni delle prenotazioni c’è questo effetto di trascinamento che è complicato, perché nel momento in cui si parte c’è chi si vaccina e c’è chi rimane indietro. Costruire nei luoghi della socialità e nei luoghi dell’incontro del Terzo settore, della terza età, dei servizi sociali, campagne dedicate a una promozione attiva dei vaccini potrebbe essere una soluzione che darebbe anche un ruolo ancora più forte alle reti di socialità e alle reti di relazioni che si stanno riattivando. È una campagna più di persuasione che di informazione, ma adesso il tema è riattivare, consentire alle persone che possono prenotarsi di poterlo fare. Questa è la prima priorità su cui spero ci sia un investimento.  

I centri vaccinali mobili, di cui ho parlato prima, sono anche previsti dal Commissario Figliuolo quindi con la possibilità di individuare strumenti che possono girare o comunque organizzarsi in maniera meno strutturata rispetto agli “hub”.  

Il secondo punto è cercare di capire quali sono ancora una serie di criticità e quali sono iniziative che possono essere collegate alla campagna di vaccinazione. Alcune settimane fa, dieci giorni fa, avevamo rilanciato il tema comunque dell’apertura strutturata delle campagne di vaccinazione nei luoghi di lavoro, segnalando una questione su cui sarebbe stato opportuno fare una riflessione. I protocolli d’intesa e i bandi che stanno lavorando sui luoghi di lavoro partano da un principio per cui le aziende che hanno le dimensioni fanno le vaccinazioni sui luoghi di lavoro e si è sviluppata una discussione su come la campagna di vaccinazione si inserisce all’interno del periodo più dedicato al turismo, con la proposta del Presidente della Giunta di costruire un meccanismo compensativo delle dosi rispetto alla campagna di vaccinazione dei turisti: noi vacciniamo quelli che vengono qui e quelli che vanno dalle altre parti (liguri) li vaccinano le Regioni che li ospitano. 

Penso che sarebbe stato utile e sia ancora utile trovare un meccanismo per cui all’interno della vaccinazione nei luoghi di lavoro e quindi delle fasce produttive, ci sia un canale dedicato alle vaccinazioni degli operatori turistici. Perché se si vuole costruire un percorso in cui si dice che la Liguria è una Regione sempre più “Covid free”, noi non possiamo vaccinare le isole, però possiamo provare a fare come altre Regioni che lo stanno facendo, dedicare delle linee di vaccinazione agli operatori turistici. Dal punto di vista anche della risposta, il fatto che ci sia un settore che abbia la possibilità di vaccinarsi non per fasce d’età o per contratto, ma per l’attività che svolge – che é una attività a contatto del pubblico – secondo me, anche dal punto di vista della risposta del meccanismo di sicurezza che può essere dato rispetto alla nostra capacità di gestire questa nostra campagna, è di sicurezza per gli operatori e di sicurezza anche per i turisti e sarebbe un tema, secondo me, importante da considerare con le modalità che si possono operare. L’Emilia Romagna ha cominciato a ragionare su un modello, perché non farlo anche noi.  

Poi, ci sono tutta una serie di iniziative che cito in maniera sporadica, ma cerco di inserirle all’interno di un certo contesto. Nel momento in cui la campagna di vaccinazione procede, ci sono una serie di categorie di soggetti che rimangono nelle pieghe dell’interpretazione. Avevo già detto, avevamo già detto una decina di giorni fa che sarebbe stato opportuno cominciare a mettere in campo meccanismi di prenotazione per i maturandi, che svolgendo l’attività in presenza potevano – come il personale scolastico – essere vaccinati. Alcune Regioni lo stanno facendo, stanno raccogliendo le prenotazioni; anche un po’ forzando  il Piano di vaccinazione nazionale, però mi pare che ogni Regione cerchi di dare il suo contributo, proviamo a farlo in maniera più strutturata. Quindi, provare anche noi a costruire un meccanismo che non sia solamente dedicato agli “open day”, che mi pare funzionino per mettere in circolo Johnson&Johnson e AstraZeneca per le fasce più giovani, ma garantisca chi lo vuole fare e è un maturando di avere il diritto di farlo senza,  essere soggetto solo con il “Click day”.  

Il secondo tema è una attenzione particolare ancora ai tanti soggetti che, a diverso titolo, lavorano con le persone più fragili. Alcune settimane fa abbiamo approvato un ordine del giorno che riguardava non solo i “caregiver”, ma le badanti, e quindi tutti quelle che a vario titolo operano vicino ai soggetti più fragili; su questo costruire linee dedicate che ampliano il più possibile il novero delle categorie che ricadono in questa impostazione, secondo noi è corretto. E ci sono tantissime figure professionali (educatori, socio-educativi, liberi professionisti) che non sono già ricondotti né nel Sistema sanitario, né nel Sistema scolastico e che magari operano vicino a soggetti fragili e non hanno la garanzia di un percorso di vaccinazione. 

Questo solo per dire che il tema dei “caregiver” e il tema della fragilità non si è risolto, anzi, i dati che noi abbiamo ci dicono che su questa campagna di vaccinazione i numeri e la dimensione dell’iniziativa procede anche un po’ più a rilento, nonostante sia stata messa in campo una accelerazione dell’ultimo mese.  

Poi, ci sono una serie di temi ultimi che provo a citare. Noi avevamo chiesto di utilizzare il sistema delle liste di riserva e la risposta del Presidente era stato che la priorità era data ai “caregiver” e a quelli che a vario titolo si occupano i cura. Nel momento in cui si completerà, o dovrebbe completarsi questa impostazione, è necessario riorganizzare le liste di riserva e io suggeriscono sommessamente di costruire – come è stato già fatto in alcune Regioni – anche meccanismi di prenotazione “last minute”: la Toscana l’ha lanciato la scorsa settimana ed è un modello che consente di recuperare i buchi di agenda, per cui alle 19. 00 chi vuole fare il vaccino nella giorno successivo prova a prenotarsi negli spazi che ci sono. Questo consentirebbe di avere una possibilità maggiore di riempire i buchi piuttosto che riorganizzare le agende la sera, come succede ovviamente giornalmente con la comunicazione da Liguria Digitale agli hub. 

Ovviamente, sono tutta una serie di sistemi, di iniziative che possono essere messe in campo. Ne cito altre due che fanno parte di questo tema della fragilità e degli invisibili e poi un tema di prospettiva. 

Allora, sulla fragilità e sugli invisibili penso che noi dobbiamo mettere in campo una serie di iniziative anche sull’utilizzo di Johnson&Johnson, che è un vaccino monodose che adesso viene dato a domicilio e a determinate categorie. Va messo in campo un meccanismo molto più forte sulle situazioni di maggiore marginalità, penso ai senza fissa dimora e agli immigrati irregolari a cui il tema del monodose deve essere considerato; insieme ai Servizi sociali, insieme agli operatori del settore, perché sono quei temi di maggiore marginalità sociale che rischiano di essere dimenticati dalla campagna di vaccinazione.  

Poi, ci sono due temi rispetto al futuro, nel senso che noi avremo una campagna di vaccinazione che adesso si aprirà anche ai 12–15 anni, quindi coinvolgimento dei pediatri, ma su questo dovremo fare un lavoro anche di informazione. Ma c’è un tema che leggevo in questi giorni di una organizzazione di una campagna di vaccinazione che comincia a strutturarsi in maniera periodica, per cui alcune Regioni – mi pare il Piemonte, la Campania e l’Emilia Romagna – stanno già ragionando su come organizzare gli eventuali richiami e come non destrutturare una serie di “hub”, una di punti di vaccinazione in vista di un richiamo (non terza dose), ma comunque di una protezione della popolazione che sia organizzata in un’altra maniera. 

Su questo si pongono alcune questioni: il tema per cui la Fiera da luglio, verrà sciolta, verrà chiusa perché verrà destinata più al Salone Nautico, pone il tema di come reggono gli “hub” e di come regge la capacità di vaccinazione anche in vista della prossima fase. Per cui sarebbe opportuno non fare l’errore, nel momento in cui abbiamo una serie di centri di servizi organizzati, di non disperdere la rete, di non fare l’errore che è stato fatto all’inizio, per cui nel momento in cui si riattiva una campagna di non avere punti necessari per poter gestire le prenotazioni. 

Questo per dire che il fatto che si stia andando a pieno regime nella campagna di vaccinazione non ci può far accontentare del risultato dei vaccini fatti, ma anche della qualità di come sono distribuiti e che proprio in questa fase non dobbiamo lasciare indietro nessuno. Penso che quello che dovremo fare con una cadenza periodica sia quello di capire come migliorare il sistema. Quando abbiamo chiesto un aggiornamento ed una discussione su questo l’abbiamo fatto questo spirito e segnalo che se l’avessimo fatto con più periodicità nella fase più acuta, probabilmente, una serie di attività e di proposte che possono discutibili ma come si vede vanno a raccogliere una serie di sollecitazioni e iniziative che provengono e che raccogliamo a diverso titolo dal territorio ci sono. 

Cito un ultimo esempio: spero che Regione Liguria cominci ad organizzare anche un tema di accavallamento delle vaccinazioni del personale scolastico con la maturità, perché ci sono molti commissari d’esame che avranno la necessità di fare il richiamo negli stessi giorni della maturità. Consentire a quelle persone di poter riprogrammare il vaccinano senza dover scegliere se fare il commissario d’esame o andarsi a vaccinare è un tema magari piccolo, ma per come è partita tardi la campagna di vaccinazione degli insegnanti, per esempio, cade per molti insegnanti nel periodo in cui ci saranno gli esami in presenza.  

Sono tutti elementi di campagna di vaccinazione che nel momento in cui accelera costruisce una serie di criteri e noi poniamo proposte e anche modelli di soluzione.  

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