Svuotano l’ospedale di Sestri Levante e la chiamano riorganizzazione. Da tre anni non dicono quale sarà il futuro di questo presidio sanitario e ci ripetono di stare tranquilli. Ma nel frattempo si portano via reparti senza un piano chiaro. Solo parole.
Oggi abbiamo effettuato un nuovo sopralluogo nell’ospedale di Sestri Levante, assieme al sindaco Valentina Ghio e questo è il quadro:
– Due piani vuoti da tre anni, che diventeranno quasi quattro nei prossimi tre mesi, con i prossimi spostamenti dei reparti verso Lavagna e verso Rapallo.
– Certezza che molte specialità andranno via a inizio 2019.
– Nessuna certezza invece di quello che arriverà per riempire l’ospedale svuotato.
– Nessuna conferma né su posti letto in più per la riabilitazione né sugli investimenti da fare in termini di macchinari e assunzioni. Nei piani c’è scritto nulla, non c’è un cronoprogramma, né un quadro certo.
– Preoccupazione per la contrazione dell’attività di medicina, e delle attività che si continueranno a svolgere nel Polo.
– Grande preoccupazione per il personale che verrà a mancare nei prossimi mesi e su come verrà integrato.
– Nessuna previsione di potenziamento dei servizi, in particolare ambulatoriali e di nuove attività.
(Nota bene: “potenziamento” in italiano significa portare qualcosa che non c’è. Portare da una parte all’altra – magari nello stesso ospedale – cose che ci sono già, si chiama “spostamento”).
Leggo che il consigliere regionale Muzio ci accusa di non avere votato questo piano. È il minimo che si potesse fare, visto il chiaro svuotamento del polo di Sestri Levante e della sanità per la Val Petronio che emergeva dalla lettura del piano sociosanitario. È certo quello che non ci sarà più, ma nessuna garanzia su quello che, a parole, si dice ci sarà. È talmente evidente questa operazione di svuotamento dell’ospedale che, da tre anni, l’assessore regionale Viale non si fa vedere da queste parti e non risponde alle richieste di chiarimenti.
Stupisce questa difesa cieca del piano da parte di chi – quando era sindaco di un Comune della Val Petronio – si opponeva a qualsiasi minimo spostamento di attività da Sestri al grido “l’ospedale non si tocca”, mentre ora – da consigliere regionale – interviene sostenendo che sia giusto portare via da Sestri interi reparti strategici, senza alcun investimento certo per quell’ospedale.
A essere penalizzati da questa gestione pilatesca della sanità nel Tigullio da parte del centrodestra, sono per primi i cittadini e le tante professionalità dell’Asl 4. E il rischio è, che senza investimenti e senza valorizzazione, la gente voglia andare altrove, anche se qui le professionalità ci sono (e questo spiega anche perché l’assessore non voglia dare i dati delle fughe in questi tre anni dalla nostra Asl).