Si stende tanta retorica sullo stare dalla parte del territorio, degli amministratori, ma quando c’è da fare i conti la destra non si smentisce mai. Da una parte i “grandi” che fan la voce grossa, e dall’altra i “piccoli” che non ce la fanno e vengono penalizzati. Il bilancio della città metropolitana Bucci e la Lega l’hanno pensato e costruito così, sulle esigenze della città di Genova e senza alcuna attenzione all’attività degli altri 66 comuni della Città Metropolitana.
La città metropolitana è un ente molto difficile da gestire, che nasce dalla capacità dei sindaci di fare squadra, di rispondere insieme a problemi che non hanno dimensione solo comunale. Invece, la scelta è stata quella, di fronte ad un territorio che ha passato un periodo di grande difficoltà, con strade interrotte e versanti franati, di tagliare del 50 per cento i fondi per la manutenzione delle scuole, delle strade e le risorse per la gestione del personale della città metropolitana. I servizi per i comuni sono quindi a rischio, così come è a rischio la capacità di programmare degli stessi Comuni.
I fondi disponibili di un ente servono per progettare, per intervenire in maniera strategica sulle iniziative di propria competenza. Invece pare si sia interiorizzato un meccanismo per cui si interviene sempre quando c’è un problema, stanziando risorse per il caso concreto. E così si spiega la scelta di tagliare con una mano i fondi per scuole e strade e dall’altro di quadruplicare il cosiddetto fondo di riserva, portandolo a 3,5 milioni di euro. E’ il portafoglio a disposizione di Bucci, che spenderà a seconda di quelle delle richieste o delle emergenze. Che spesso riguarderanno più i “grandi” che i piccoli.
Come trasformare un ente in una semi struttura commissariata, in cui non valgono più i progetti e le capacità ma solo il rapporto con chi governa. Non è rispettoso per i sindaci, non è rispettoso per i territori.