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Caro Toti, chiedi scusa alla Sindaca di Rossiglione

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Ospito sul sito – col suo consenso – una lettera aperta di un lettore delle newsletter “Cronache dal Consiglio” in merito agli attacchi rivolti dal Presidente della Regione Toti alla Sindaca di Rossiglione Katia Piccardo

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE TOTI.

Signor Presidente,

sono rimasto dolorosamente colpito dalla Sua replica alle osservazioni critiche della sindaca di Rossiglione, Katia Piccardo, al Suo operato. Certo Lei non l’ha mai nominata, ma sa è come nascondere la testa dietro al dito: non c’è ne dito abbastanza grosso ne testa abbastanza piccola per rispondere alla bisogna. La Sindaca ha fatto delle osservazioni politiche che Lei, come presidente della Liguria, ha non solo il diritto di replicare ma persino il dovere. Ma in questo caso Lei non ha replicato, Lei, come riportato nelle pagine locali sia del “Secolo XIX” che di “Repubblica” di giovedì 7, è  partito con una raffica di insulti (ritagliarsi momenti di visibilità) e di vere e proprie offese (egolatria), un linguaggio da osteria (di una volta) anche se con parole raffinate. Lei poteva rispondere dicendo quello che aveva fatto per non lasciare solo il paese, per aiutare i cittadini di Rossiglione, ma siccome non aveva nulla da dire è ricorso agli insulti ed alle offese, ha detto che chiederà lo stato d’emergenza. La Sindaca  invece che aveva fatto, ha elencato le mancanze, lei poteva farlo perché i suoi concittadini hanno visto con quanta energia e coraggio ha lavorato senza sosta durante la tempesta.

Ma vorrei entrare nel merito dei suoi insulti –“non dovrebbe usare il maltempo che ha colpito i suoi cittadini per ritagliarsi dei momenti di visibilità” – che mi permetta detto da Lei fa venire subito alla mente il famoso detto “E’ il bue che dice cornuto all’asino”. Lei lo sa che circola una leggenda, certo solo una leggenda, che dice che nelle TV pubbliche e private, locali e nazionali, all’alba quando vanno ad aprire gli studi per iniziare le trasmissioni, a turno, trovano una persona che è già lì ad aspettare per rilasciare la prima delle tante dichiarazioni di giornata, non tutte epiche a dire il vero, o la prima delle interviste della giornata, non tutte indimenticabili a dire il vero.

Ma veniamo alla propria e vera offesa – egolatria – (da internet “culto esasperato di se stesso”)  anche qui non voglio ripetermi ma è detto da una persona che dalle foci del Magra, ed anche più in là, sino al confine di Ventimiglia, ed anche più in là, è presente ad ogni inaugurazione di qualsiasi ordine e grado pubblica o privata, sempre in prima fila ad esaltare le proprie capacità grazie alle quali l’opera in oggetto è stata realizzata. 

Ma tuttavia nelle Sue dichiarazioni c’è anche di peggio: sono arciconvinto che se anzi che una giovane donna il sindaco fosse stato un uomo Lei mai avrebbe usato un simile linguaggio sprezzante perché ne avrebbe temuto la reazione. E qui mi spiace molto dire che sono rimasto sorpreso, e non piacevolmente, dal fatto che nessuna delle ottime giornaliste genovesi abbia sentito la necessità di protestare a difesa di una amministratrice pubblica attaccata con insulti ed offese che nulla hanno a che fare con la politica, qui non si trattava di entrare in una polemica politica ma si trattava di altro non edificante e molto ineducato, del modo di rapportarsi tra le persone. Senza esagerare si tratta di scegliere tra la “convivenza civile” e la “convivenza incivile”. Rispondere con insulti ad altri insulti è molto facile.

Voglio concludere  Rivolgendole una domanda : è certo presidente Toti che con queste sue parole offensive e sprezzanti (mi ripeto lo so) non abbia dato un Suo personale contributo, piccolo o grande, a quella che chiamiamo “l’antipolitica”, quella che porta a disprezzare i politici, magari a non andare a votare? Ci lamentiamo che ai ballottaggi per i sindaci non c’è nemmeno una donna, ma con simili attacchi tanto offensivi quanto immotivati  verso una giovane donna che si è impegnata per il bene della sua comunità non aiutiamo certo le donne ad entrare in politica e nelle amministrazioni pubbliche.

Vede, signor Presidente, davanti a Lei c’è solo una strada dignitosa: CHIEDERE SCUSA ALLA SINDACA DI ROSSIGLIONE KATIA PICCARDO.

Augurandole buona salute (siamo in epoca di covid) e buon lavoro in favore della Comunità ligure Le porgo distinti saluti

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