Ho letto con un certo sgomento le parole scritte – e poi cancellate – su Facebook dal presidente del Consiglio di Chiavari Barsotti secondo cui “l’arabo buono è l’arabo morto” e il ricercatore Giulio Regeni, ucciso in Egitto, sarebbe stato “un comunista”. Frasi vergognose e indecenti, che risultano ancora più odiose se pronunciate da chi ricopre un’importante carica pubblica (Barsotti, tra l’altro, è anche presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl 4). Ma se dichiarazioni come queste ci indignano, allo stesso tempo, purtroppo, non ci stupiscono, visto che sembrano essere diventate ormai il tratto distintivo della destra in Liguria. In queste settimane abbiamo sentito consiglieri regionali definire le madri surrogate “donne fornetto” e altri ancora sostenere che se avessero un figlio gay lo metterebbero nel forno. Oggi siamo arrivati a questi nuovi insulti. E secondo me è giunto il momento di dire basta. Come si possono rappresentare degnamente le istituzioni in questo modo? A Chiavari è stato licenziato, per molto meno, un presidente del Consiglio comunale. Credo che Barsotti non possa fare altro che dimettersi e riflettere attentamente sulla gravità di quanto ha scritto