Ampia discussione nella Commissione Sanità di ieri (mercoledì 8 novembre) sull’accreditamento sanitario delle strutture residenziali e ambulatoriali che si occupano di anziani, disabili, malati psichici, persone con diverse dipendenze, adulti e minori. Le richieste avanzate dalle associazioni consentirebbero di allineare il personale attualmente dipendente alle nuove regole proposte dalla Giunta regionale. Se così non sarà non verranno garantiti gli attuali livelli occupazionali, per esempio quelli di assistenti sociali ed educatori con inevitabili licenziamenti. Queste nuove regole sono in contraddizione con il sistema delle tariffe proposto dalla Regione e rappresentano il vero vulnus negativo dell’azione regionale, perché danneggiano l’economia degli enti gestori e, in tempi medio-brevi, causeranno la chiusura delle strutture con pochi posti letto, ciò a scapito soprattutto delle comunità dell’entroterra. Ma in special modo determineranno un aumento dei costi assistenziali a carico delle famiglie. Tutto questo, purtroppo, è già stato scritto nel nuovo Piano sanitario, che ha messo tra le voci “risparmio” proprio le attività di cura e assistenza dei malati cronici.