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Fondo Strategico Regionale: da Bancomat di Toti a uno strumento utile per i territori

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Il 21 febbraio abbiamo discusso in Consiglio Regionale la relazione annuale sul fondo strategico.
Piccola premessa: erano assenti sia Toti come Assessore al Bilancio, sia l’Assessore alle Attività produttive Benveduti, che si dovrebbe occupare di questo.

Il Fondo strategico Regionale continua ad essere fallimentare nella sua impostazione e nella sua gestione.

In estrema sintesi, alcuni punti:

  1. L’utilizzo del Fondo strategico durante il 2020 è stato un utilizzo meno gestito strategicamente sui temi della pandemia rispetto a quello di cui ci sarebbe bisogno un po’ perché le risorse che il Governo ha messo in campo hanno sopperito alla mancanza di Regione Liguria rispetto ad alcune misure e un po’ perché tra gli interventi messi in campo da Regione Liguria rispetto al tema delle imprese ci sono pochissime iniziative strutturali.
  2. Rimane il tema del turismo che è ancora gestito in questa logica del Fondo. Il “patto per il turismo” è un ragionamento che è stato messo in campo dall’’assessore Berrino alcuni anni fa, ma avevamo chiesto un’iniziativa più strutturale e diversa rispetto a quello di cui avremmo bisogno.
  3. Non vi è un ragionamento per quanto riguarda l’innovazione, le “start-up” o il tema del credito. Su questa parte il Fondo è scarico di innovazione e quello che convince poco è la farraginosità delle misure.
  4. Poi vi è la parte che riguarda gli interventi infrastrutturali dove ci sono una serie di aspetti che lasciano perplessi. Il primo è il metodo. Come vengono selezionati gli interventi del Fondo strategico? Se un Comune ha un intervento strategico per l’economia della Regione, come ha la possibilità di segnalarlo alla Giunta? Ci sono dei bandi? Ci sono delle procedure per fare emergere la  qualità dei progetti? No. Infatti noi chiediamo da tempo di mettere in campo dei meccanismi di selezione di progetti di qualità perché questi progetti, gestiti in questa maniera, non alzano la qualità e diventano un modo di sparpagliare risorse. Sparpagliare risorse tra i vari territori che si sentono anche in competizione tra di loro e la risposta della Giunta non è quella di dire “investiamo x risorse in tanti progetti pilota, ma ne diamo un po’ a tutti così stanno calmi”.
  5. Se si scorre anche l’esito del Fondo strategico, si vedrà un altro aspetto su cui la Giunta è intervenuta: gran parte di quello che è stato investito in questi tre anni e messo a Bilancio – e non solo per la pandemia – è rimasto fermo, tant’è che adesso c’è la necessità di riprogrammare il Fondo strategico, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con gli enti territoriali, perché purtroppo stanno scadendo i termini di impegnativa delle risorse.
  6. Proponiamo di ripensare il tutto sulla base di un altro obiettivo: adesso noi abbiamo una serie di misure regionali, ordinarie e nazionali, abbiamo la programmazione comunitaria e abbiamo il PNRR. Perché non costruite il Fondo strategico come il Fondo che fa le misure che il PNRR non riesce a coprire per dimensioni e per obiettivo andando dove per struttura il PNRR non può andare. Se venisse costruito come una misura di intervento complementare, magari basata su bandi, su qualità, su interventi, sui piccoli Comuni di cui tanto si parla, potrebbe essere un’occasione migliore rispetto all’utilizzo parcellizzato che emerge anche da questa relazione.
  7. Infine, il tema dei beni confiscati, che rimane dentro il Fondo strategico, è un tema sensibilissimo e rischia anche questo caso di essere inserito nella parte degli utilizzi non più efficaci di quel Fondo, rimanendo quindi assolutamente sotto utilizzato

Il bilancio è quello di una gestione farraginosa e non efficace delle risorse che i Liguri spendono e mettono a Bilancio ogni anno, e proporremo più volte in tutte le sedi di riformare il Fondo strategico, come  un Fondo Complementare Regionale del PNRR, e chiediamo che questo utilizzo delle risorse venga alzato di livello, perché più si alza la qualità e meglio è per i Liguri.

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